Modifiche al dobson

In occasione del primo star party organizzato nell'ambito del Forum Astrofili.org, tenuto nel mese di maggio del 2007, decisi di acquistare un nuovo telescopio, un mio vecchio desiderio mai realizzato: un newton in configurazione dobson. La scelta cadde su un GSO da 12" f/5. E' un telescopio a tubo chiuso, con l'apertura massima ancora gestibile in questa configurazione. Oltre sarebbe stato obbligatorio scegliere una configurazione a tubo aperto da smontare e rimontare.
Poiché sono da sempre stato appassionato di astrofotografia ho optato per questa configurazione in quanto richiedeva pochissimo tempo per montarlo e utilizzarlo, nel mentre che l'attrezzatura fotografica provvedeva a riprendere le immagini.
Come vediamo nell'immagine a lato lo strumento è imponente. La base rotonda ha un diametro di 64 cm mentre il tubo ha un'altezza di 150 cm.
La fiancata laterale, su cui appoggia il tubo ottico, ha un'altezza di cm. 60 cm da terra. La base (detta in gergo "rocker box") è realizzata in legno e la parte verticale è unita con viti e avvitata alla parte rotante anche in questo caso con 8 viti.
Per cui la scelta era tra avvitare e svitare continuamente tutte le viti (con il rischio, alla fine, di rovinare il legno) o di portarla sul luogo di osservazioni già montata, con ovvia occupazione di molto spazio in macchina, spazio che spesso non c'è anche in dipendenza delle dimensioni del tubo ottico.
Ho cercato perciò di ridurre il più possibile lo spazio utilizzato, consentendo un rapido montaggio e mantenendo nel tempo la robustezza e l'integrità della rocker box.
Ho perciò deciso di sostituire le classiche viti a legno con dei pomelli per avere un rapido montaggio e smontaggio.
Ciò di cui avevo bisogno erano solo alcuni pomelli di passo M6, uno di passo M8, viti a doppio passo legno/ferro, boccole filettate M6 da avvitare nel legno per poter usare le viti passo ferro.
Il pomello M8 è stato utilizzato per sostituire il dado di bloccaggio del perno girevole in quanto tendeva a svitarsi. Inoltre in questo modo è possibile regolare la frizione in azimuth stringendo o allentando il pomello stesso. Non ci sono problemi di contatto con la cella del telescopio in quanto vi è spazio sufficiente fra la cella e la base della rocker box. Ho sostituito le viti di collimazione e le molle di ritegno con altre acquistate presso Scopestuff che permettono una più semplice collimazione.
Nei fori predisposti sui lati del pannello frontale, nel quale andavano avvitate le viti originali, ho avvitato le viti a doppio passo in modo da poter avere sul pannello un attacco maschio invece che femmina. Tale sistema favorisce il montaggio rapido in quanto la parte sporgente delle viti funziona anche da guida per il montaggio stesso.
Nelle foto sottostanti si nota la diversa situazione pre e post modifica
Nella foto sotto vediamo appunto il sistema di bloccaggio del telaio della rocker box.
Nella foto di destra si vede una visione di insieme montata. Si nota anche il sistema di frizione in altezza di cui parleremo più avanti.
Come possiamo vedere la struttura è sostanzialmente invariata ma i tempi di montaggio e smontaggio sono ridotti a pochi minuti.
Restava il sistema di bloccaggio della struttura del telaio alla parte girevole della rocker box. Continuare ad avvitare e svitare le viti di blocco andava contro alla mia scelta di ottimizzare il montaggio e lo smontaggio. Ho deciso perciò di usare nuovamente le viti a doppio passo posizionandole nei fori di fissaggio inferiori. Non potendo usare i pomelli inferiormente in quanto non vi era sufficiente spazio ho sfruttato una caratteristica fisica alla quale siamo tutti abituati: la forza di gravità. Il peso della struttura e il peso del tubo sono sufficienti a tenere bloccati questi "perni" senza che i siano rischi di spostamento o di ribaltamento.
Ho provveduto ad avvolgere un po' di nastro isolante attorno al filetto M6 in modo da evitare un effetto "lima" quando infilavo la struttura portante nella parte girevole.
Ho anche reso più facilmente smontabile il porta oculari che sporgeva dalla fiancata sinistra della fiancata. Ho preso due boccole con interno filettato e le ho messe nella fiancata usando due piccoli pomelli per bloccare la staffa porta oculari
Restavano poche modifiche da fare.
La prima era un miglioramento della frizione in altezza in quanto quella di serie (una molla) non teneva il telescopio in posizione quando venivano montati oculari più pesanti. Ho aggiunto una barra di alluminio fissata mediante i soliti pomelli avvitati nelle stesse boccole filettate usate anche per il portaoculari. Un pomello lungo messo in un foro filettato della barra con in cima un po' di feltro e il problema è risolto.
Seconda modifica è stata la sostituzione del cercatore con uno a visione angolare e raddrizzata per avere la stessa direzione di vista dell'occhio nudo, avendo anche montato un cercatore Telrad.
Ultima modifica, per un migliore trasporto e spostamento del tubo durante l'osservazione, il montaggio di due fasce con manico. In questo modo il tubo si trasporta molto più facilmente e inoltre è facilitato il suo spostamento durante le osserazioni.
Alla fine di tutto questo lavoro ho un dobson molto più trasportabile con una base che, invece di occuparmi uno spazio in macchina di 65 cm di diametro per 60 di altezza occupa poco più di 20 x 65 x 65 con un risparmio del 65% di spazio ma, soprattutto, la possibilità di suddividerla in quattro diversi pezzi che possono essere messi in vari posti rimasti vuoti.
Il tubo resta intero (per ora) ma non è detto che non lo trasformi un truss, un domani.
Spero che queste righe possano essere di aiuto e di spunto per qualcuno.

@ 2008 - Renzo Del Rosso