La pagina delle astrobazzeccole
(Continua)
CONTRAPPESI PER BILANCIARE OTTICHE |
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Tutti coloro che usano un newton hanno problemi di bilanciamento
delle ottiche e spesso si devono arrendere di fronte alla
possibilità di avere il telescopio sbilanciato in declinazione
oppure dover fare i contorsionisti per avere il focheggiatore
parallelo all'asse di AR. L'unica alternativa consiste nel cercare di bilanciare l'ottica posizionando dei contrappesi sul tubo stesso. Ma nei negozi è difficile trovarli e i prezzi sono molto elevati. Ecco una soluzione a basso prezzo e funzionale. |
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INGREDIENTI: Un barattolo di latta (va bene quello dei fagioli o dei pomodori pelati) vuoto. Un po' di legno compensato da 6mm Qualche chiodo, un po' di colla vinilica. Un paio di pinze o una chiave a pappagallo Dei pezzi di piombo recuperati da un idraulico. Un po' di velcro adesivo Per prima cosa deve essere fatta una piccola cassetta di compensato avendo cura di incollarla bene e di fissarla con i chiodi. La mia ha dimensioni 50 mm * 55 mm * 35 mm (altezza). |
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A questo punto si mettono i pezzi di piombo dentro i barattolo e
si mettono a fondere sul fornello in cucina, avendo l'accortezza
di tenere aperta la finestra per eliminare i fumi. Il piombo ha la caratteristica di essere malleabile e di fondere a bassa temperatura. Ciò rende la sua fusione facile ma è comodo anche nella fase successiva. |
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Dopo pochi minuti il piombo è fuso. Con le nostre pinze
prendiamo il barattolo e rovesciamo il metallo liquido nel
nostro stampo. Non c'è da preoccuparsi. Il calore carbonizza istantaneamente lo stato di legno preservando gli altri strati e fungendo da isolante. Un po' di fumo e basta. |
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A questo punto c'è solo da aspettare con pazienza che il piombo
si raffreddi e il nostro mattoncino possa essere utilizzato. Aiutandoci con alcuni colpi sul fondo dello stampo e con le pinze il pezzo di piombo esce facilmente. Qui vediamo di lato un paio di questi pesi già tolti dallo stampo. Ognuno di essi pesa dai 520 ai 630 grammi. Siamo pronti per l'ultima fase del lavoro. Prendiamo un po' di velcro e lo attacchiamo, magari bloccandolo con un paio di viti, ai nostri pesi. Conviene usare la parte con i gancini in modo da tenere libera quella vellutata. |
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A questo punto l'altra parte del velcro può essere fissata al
nostro tubo ottico. Quando avremo necessità di bilanciare il telescopio basterà accostare uno o più di questi contrappesi al tubo. Il velcro li terrà in posizione e potremo rimuoverli e spostarli quando e come vorremo. Nella foto sotto Vediamo alcuni pesi messi sul mio newton ma possono essere usati anche su un telescopio a forcella al posto della barra scorrevole avvitata. |
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STELLE A PUNTA IN UN RIFRATTORE |
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La caratteristica principale in un telescopio rifrattore è
l'assenza di ostruzione e, di conseguenza dei supporti
dell'ostruzione. In uno Schmidt Cassegrain l'ostruzione dovuta
allo specchio è sorretta dalla lastra correttirce mentre in un
telescopio newton o Ritchey Cretien il supporto dello specchio
secondario è mantenuto in posizione da tre o quattro lamine più
o meno sottili che danno alle stelle la classica forma a punta.
Questo fenomeno si verifica a causa della diffrazione della luce
che colpisce il supporto (gli anglosassoni lo chiamano "spider",
ragno) e più è luminosa una stella e maggiore è la quantità di
luce trasferita da questo fenomeno di diffrazione. I telescopi
rifrattori, molto usati in astrofotografia, soprattutto se
apocromatici, invece restituiscono immagini stellari rotonde e
meno "accattivanti". Per chi, come me, ha sempre usato telescopi
newton il passaggio a un rifrattore apocromatico è stato
traumatico, soprattutto nella visione delle stelle luminose. Esistono delle utility software che permettono di creare artificialmente questo fenomeno ma il risultato è totalmente innaturale e, sempre a mio avviso, inguardabile. |
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L'unico modo, a mio avviso, di avere l'effetto "newton" su un
rifrattore è di mettere due fili a croce davanti alla lente in
modo da simulare lo spider del newton. Il sistema più semplice è
prendere due spezzoni di filo da pesca e bloccarli con un pezzo
di nastro adesivo ma ciò comporta il dover smontare e rimontare
i fili a ogni sessione, le macchie dell'adesivo che alla fine
restano, la non ortogonalità dei fili stessi, averne sempre di
scorta. Insomma è un po' noioso. Ho pensato perciò a una struttura removibile ma robusta e, soprattutto, economica. |
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Memore della riuscita del filtro solare con i tubi per gli
scarichi pluviali ho pensato che avrei potuto realizzare
qualcosa di simile e mi sono messo all'opera. Per prima cosa mi sono procurato un paio di tubi che potessero essere delle dimensioni giuste e ne ho tagliate due fette. Per fare un lavoro preciso ho usato un pennarello e un righello per trovare le altezze giuste e poi, con un seghetto, ho tagliato i due anelli. Come si vede sono di diametro diverso in quanto l'anello più grande ha un'altezza di circa 3 cm mentre quello più piccolo, che entra di precisione dentro quello più grande, è alto poco più di un cm. A questo punto ho realizzato quattro scanalature nell'anello più piccolo con una piccola lima |
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Una volta realizzate le scanalature, con un poco di colla
cianoacrilica ho attaccato, tenendolo in tensione, un filo. Il
filo utilizzato è quello che viene usato per cucire le suole
delle scarpe essendo sufficientemente spesso e robusto per le
mie esigenze. Inoltre è trattato con cera per cui non presenta
peli che sporgono, resiste all'acqua ed è completamente opaco. Una volta asciutta la colla ho potuto innestare i due anelli uno dentro l'altro, come si vede nella foto in basso a destra. |
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A questo punto è bastata una spruzzata di vernice nera e tutto
era pronto per essere montato sul mio piccolo Takahashi FS60C.
La vernice nera è stata scelta per motivi estetici in quanto
l'anello, trovandosi all'esterno del paraluce, non avrebbe
influito in nessun modo con riflessi o altro. L'aspetto è gradevole. Ora si tratta solo di aspettare il sereno per usarlo. Ma questa, purtroppo, è un'altra storia. |
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