La pagina delle astrobazzeccole
Questa pagina è dedicata a quei piccoli accessori che si possono creare in casa con poca spesa e poca fatica ma che poi, nel corso della nostra attività, si rivelano spesso molto utili. | |
ILLUMINATORE POLARE |
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La mia "gloriosa" EQ6 non ha l'illuminatore del cannocchiale
polare. Niente di ché. Se ne può fare a meno. Basta avere una
persona che con una pila ti illumini frontalmente la montatura
per mandare la luce nel cannocchiale polare quel tanto che basta
da rendere visibile il reticolo. Originariamente avevo realizzato un illuminatore interno alla montatura però, successivamente, ho sostituito l'elettronica della mia EQ6 con lo Skysensor 2000 PC e ho perso la posssibilità di illuminare internamente il cannocchiale polare. |
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In precedenza avevo avuto la Vixen SP DX la quale aveva un
illuminatore molto pratico e funzionale e ho deciso di ritentare
la stessa via. Non avendo avuto la possibilità di comprarne un altro (il mio fornitore non riusciva a procurarselo) ho deciso di autocostruirlo. In fin dei conti mi bastava un pezzo di legno, un bastoncino di plastica, un led e una resistenza. Da un falegname mi sono fatto tornire un pezzo di legno delle dimensioni indicate a lato, con un foro centrale di 20 mm. Non avete un falegname a disposizione? Niente paura. Prendete un barattolo di plastica per le pellicole fotografiche, un pezzo di legno di 5 cm di lato alto due cm e un po' di colla cianoacrilica. |
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Incollate il pezzo di legno sul fondo del barattolo cercando di tenerlo nel centro. Una volta asciugata la colla forate il pezzo di legno facendo un foro di 2 cm di diametro in modo di forare anche il fondo del barattolo di plastica e avete il surrogato del pezzo di legno tornito, meno elegante ma altrettanto funzionale. | |
A questo punto serve una stecca di plastica trasparente che
andrà infilata in un foro nella parte di maggior spessore. La
lunghezza della barra sarà di circa 2 cm e dovrà spuntare per
circa 1 cm nel foro centrale. A questo punto incolliamo alla
barra il led mettendo in serie una resistenza (per
un'alimentazione a 12V ho trovato una resistenza ottimale fra
8.2KOhm e 10 KOhm) e avvolgiamo il tutto con del nastro isolante
per evitare che i fili si possano strappare. Il filo di
collegamento va alla mia
batteria portatile mediante i
classici spinotti a banana rossi e neri. Importante! Attenti alla polarità del led per non correre il rischio di bruciarlo. Il filo che proviene dal positivo della batteria va saldato al capo più lungo del led. Ed ecco il risultato! |
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Spesso ci troviamo nell'impossibilità di usare convenientemente
il nostro cercatore per puntare con precisione un oggetto. Pur avendo fatto il preventivo allineamento fra l'ottica principale e il cercatore usando una stella luminosa, quando arriviamo a cercare un oggetto non sappiamo mai se è esattamente al centro del crocifilo, soprattutto se operiamo sotto cieli molto bui. Questo problema succede soprattutto con i cercatori di fascia bassa e media, non dotati di un proprio oculare con reticolo illuminato. Il reticolo scompare nel nero del cielo e non riusciamo a vedere dove sia il centro del campo. La soluzione più logica e sicuramente migliore è di dotare il cercatore di un reticolo illuminato ma il costo di questi dispositivi è elevato e, spesso, i cercatori non consentono la sostituzione dell'oculare. Possiamo forare l'oculare del cercatore e metterci un led all'interno che illumini il reticolo. Però questa soluzione può portare, se non ben fatta, a un danneggiamento del cercatore che, comunque, viene manomesso e perde il suo valore nel mercato dell'usato. Resta perciò un'alternativa indolore e poco costosa. Schiarire leggermente il cielo, o quantomeno farlo apparire leggermente velato, in modo da poter vedere il reticolo scuro su un campo che proprio scuro non è. Logicamente non possiamo illuminare il cielo però possiamo illuminare leggermente la lente frontale del cercatore, con un sistema simile a quello adottato per il cannocchiale polare. |
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Il sistema da me scelto è valido per quasi tutti i tipi di
cercatori e può comodamente essere utilizzato da più persone
nella stessa serata. E' necessario procurarsi una scatola di plastica non molto grossa, più o meno come un pacchetto di sigarette, un porta pile per due pilo stilo tipo AA, un interruttore, un led rosso, un trimmer o un potenziometro da 1 KOhm e un pezzo diella stecca di plastica usata per l'illuminatore del cannocchiale polare. Serve anche un pezzo di legno grande quanto la scatola e un elastico o una cinghia per fissare l'illuminatore al cercatore. Il pezzo di legno viene fissato alla scatola di plastica e dovrà essere leggermente scavato per dargli una forma concava in modo da seguire, più o meno, la circonferenza del cercatore. A una estremità del pezzo facciamo un foro di diametro sufficiente a farci passare il led e la nostra secca di plastica. Fisseremo nell'ordine, dall'esterno verso l'interno, la stecca e il led in modo che quest'ultimo la illumini. Nella scatola di plastica faremo logicamente un paio di fori per far passare i due terminali del led ricordandoci che il positivo della pila andrà collegato al terminale più lungo. |
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Colleghiamo ora il portapile all'interruttore, al nostro trimmer (o potenziometro) e al led. Diamo corrente e regoliamo mediante il trimmer l'intensità luminosa. A questo punto possiamo montarlo sul cercatore come si vede nella foto sopra e ... buone osservazioni. | |
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L'osservazione del Sole deve essere sempre effettuata in
condizioni di massima sicurezza. I raggi luminosi sono
pericolosi ma ancora di più lo sono quelli infrarossi,
invisibili ma proprio per questo inavvertibili fino a quando non
hanno causato la bruciatura della retina. Proprio per questo
motivo dobbiamo evitare soluzioni "troppo casalinghe" tipo il
vetro affumicato, le pellicole non esposte, i vetrini da
saldatore. Inoltre dobbiamo ricordarci che il filtro deve sempre
essere messo prima del telescopio o del binocolo per evitare la
concentrazione dei raggi solari che potrebbero letteralmente
fonderlo. Possiamo risparmiare lo stesso per realizzarlo, senza
dover spendere un capitale ma preservando lo stesso il bene
prezioso della vista. Basta avere un foglio di mylar o di astrosolar che si può acquistare presso un negozio che tratta materiale astronomico, un pezzo di tubo di plastica (quelli che servono per gli scarichi dell'acqua piovana vanno benissimo) della giusta dimensione, un paio di forbici e un po' di nastro isolante. Tagliamo due anelli dal tubo prendendo le due estremità. Una è più larga e l'altra leggermente più piccola. Sono fatte per essere incastrate insieme. Ritagliamo una sagoma rotonda del nostro filtro larga due/tre centimetri più del diametro dell'anell che abbiamo realizzato. |
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Con il nastro isolante blocchiamo per bene il nostro tondo realizzato con il foglio di mylar o di astrosolar sull'imboccatura dell'anello più piccolo, come si vede nella foto sovrastante. Cerchiamo di tenderlo ma se rimangono delle ondulazioni non c'è alcun problema. L'importante è evitare accuratamente qualsiasi lesione del filtro che possa far passare i raggi luminosi. Se si dovesse però verificare un piccolo foro niente paura. Con un pezzo di nastro isolante possiamo tranquillamente coprirlo senza pregiudicare il nostro filtro. | |
A questo punto prendiamo l'anello piccolo e lo infiliamo in quello più grosso (partendo dalla parte del filtro. Non importa infilarlo per tutta la larghezza. La parte eccedente funzionerà da paraluce e schermo di sicurezza per ridurre il rischio di danni al filtro. Quanto tempo ci abbiamo messo? 5 minuti e il nostro filtro è pronto per metterlo al nostro cannocchiale, teleobbiettivo o per guardare il Sole anche a occhio nudo. Buone osservazioni!! | |
P.S. Nelle fotografie non ho usato un foglio di mylar o di astrosolar in quanto i miei filtri sono già pronti e funzionanti. Per illustrare la costruzione ho usato un foglio di normale plastica. Spero che vorrete scusarmi. |
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L'MTO è un teleobbiettivo catadiottrico russo disponibile nella
focali 500 mm (F:5.6 macro, F: 6.7 o F:8) e 1000 mm (F:10). E' possibile adattarlo come piccolo telescopio con poco lavoro e perciò ho deciso di usarlo in tal senso come guida fotografica. Il problema è fissarlo sulla tavola micrometrica con attacco Vixen (o EQ6, se preferiamo). L'MTO ha due attacchi per il cavalletto posti a 90° uno rispetto all'altro. Il primo per la fotografia con la macchina posta parallela al terreno e il secondo per le inquadrature verticali. |
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Ognuno di questi attacchi ha due filettature, una con passo 1/4"
(il classico passo della macchina fotografica) e l'altro con il
passo 3/8" (quello delle telecamere professionali). L'interasse
fra le due viti è di 0.38" (circa 9.6 mm) ed è un grosso
problema fissare ambedue le viti. D'altra parte mettere una sola
vite comporta il rischio di uno slittamento dell'ottica intorno
alla vite stessa. Poiché uso il teleobbiettivo anche per foto normali ho realizzato un supporto per il mio cavalletto Manfrotto facendo i due fori con il corretto interasse. Poi per l'attacco da 1/4" è stata usata una vite a brugola con testa cilindrica che è rimasta all'interno di una svasatura nell'attacco. |
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Quella da 3/8" invece ha la testa esterna alla piastra ma ciò
non mi crea problemi anche se sormonta la prima vite. A questo punto ho preso una barra in alluminio fresata a coda di rondine (ne avevo fatte fare più di una e questa era un pezzo di recupero per varie prove. Da qui tutti i fori che ci sono). Ho fatto un foro di diametro sufficiente a coprire la testa della vite da 3/8" e due fori per mettere due viti svasate passo M5 per fissare la staffa alla piastra sottostante. Ecco il risultato. |
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