MONTATURA EMMEUNO
DELLA AVALON INSTRUMENTS


La montatura EmmeUno della Avalon Instruments è una montatura equatoriale monobraccio molto leggera ma con una discreta capacità di carico e una buona precisione.
Il suo utilizzatore preferenziale è l'astrofotografo evoluto itinerante in quanto è stata studiata e realizzata proprio per favorire tale attività.
La sua concezione atipica è dovuta al fatto che la montatura è stata studiata per poter evitare urti della strumentazione sul cavalletto o sulla colonna al momento del passaggio al meridiano.
Questa caratteristica era già stata studiata dalle montature a forcella (vedi Meade e Celestron) ma per tali montature veniva richiesto un adattatore che le trasformasse da altazimutali ad equatoriali e tale struttura non era molto economica.
Inoltre le montature a doppia forcella avevano il limite delle dimensioni del tubo (che doveva avere un diametro che si adattasse alla forcella stessa ma anche una lunghezza che non lo facesse urtare nella parte inferiore dove la forcella stessa si imperniava).
Soluzioni monobraccio erano state introdotte sul mercato ma solo per una politica di strumenti leggeri, molto economici e, di conseguenza, poco performanti, specie dalla Celestron.
Vi erano state altre soluzioni similari ma con prodotti artigianali realizzati si può dire "su misura" e di peso considerevole, poco adatte a un uso itinerante.
La estrema leggerezza e compattezza non da idea della estrema robustezza del prodotto il quale permette di caricare anche strumenti di focale lunga e di un certo peso.
E' stata da me provata con un Newton Vixen R200SS e con un rifrattore apocromatico Takahashi TSA 102-S. La camera di ripresa è sempre stata la Canon Eos 40D. Per la guida ho usato un rifrattore acromatico 102 mm f/5 con camera Atik 16-IC.
Il primo impatto visivo è stato abbastanza scioccante, pur avendo avuto modo di vedere fotografie e disegni in precedenza.
La montatura si presenta leggera ma non molto compatta in quanto il monobraccio è abbastanza lungo (circa 43 cm dal suo innesto nel carter che alloggia i motori e gli ingranaggi di movimenti in AR). Le dimensioni della montatura sono 61 cm di lunghezza, 40 cm di altezza e 18 cm di larghezza. Il suo peso è di 14.5 Kg.
Premetto che il produttore mi aveva consegnato all'inizio un modello preserie usato per test interni in quanto in quel momento non aveva disponibilità di un prodotto finito. Successivamente mi ha consegnato una montatura nell'imballo pronta per la distribuzione per cui i test sono avvenuti con due montature.
L'elettronica di supporto è lo Skyscan della Skywatcher, ben conosciuta e testata da astrofili di tutto il mondo. Il suo vantaggio, oltre alla facilità di uso e di apprendimento, è il suo continuo aggiornamento con rilascio di nuove versioni di firmware che permettono l'implementazione di nuove caratteristiche man mano che si rivelano necessarie.
La montatura viene fornita in una scatola molto compatta (considerando che tutto, a parte il cavalletto, alloggia nella scatola stessa) e ben imbottita.
La scatola misura 78 * 42 * 54 cm. Appena aperta notiamo il coperchio dell'imbottitura con inciso il marchio Avalon. Rispetto alle imbottiture di prodotti di altre marche anche blasonate denota la cura dei dettagli.
L'assenza dei contrappesi alleggerisce notevolmente la scatola ma, come vedremo più avanti, una dotazione minima di contrappesi è necessaria ugualmente.
Il motore di AR è interno mentre quello di declinazione è parzialmente esterno ma coperto comunque da un carter così come interni sono i cablaggi per cui la montatura è estremamente pulita e bella esteticamente da vedersi.
La piastra dei collegamenti è situata nella parte inferiore del monobraccio in modo molto elegante e pulito.
Gli unici cavi che escono dalla montatura sono la pulsantiera (il cavo della stessa può essere fornito di lunghezza maggiore rispetto a quello originario Skyscan e ciò a mio avviso è molto comodo) l'alimentazione, classica a 12V e il collegamento all'autoguida mediante protocollo LX200 (da non confondersi con il protocollo Sbig che è molto simile ma cambia nella piedinatura).
Il protocollo di connessione al pc è il classico Celestron Nexstar Gps comune a tutte le montature che montano lo Skyscan.
La montatura viene fornita di attacco compatibile Losmandy ma può essere richiesto anche il classico attacco Vixen.
Inoltre la montatura viene fornita con un raccordo per poterla fissare a vari treppiedi fra cui i Baader o i Geoptik.
Viene fornito un manuale di istruzioni per la montatura (per modificare l'interasse o per montare la base su un cavalletto, per esempio) e un manuale per l'uso dello Skyscan. Nella scatola ho trovato anche un certificato garanzia del produttore e una dichiarazione di conformità del prodotto. E' la prima volta che ne vedo una!!
 

Come ho già accennato la prima impressione è stata abbastanza scioccante per la forma abbastanza anomala della montatura. La presenza di una maniglia removibile sulla parte superiore della montatura è molto comoda ma, per me, si è rivelata anche "fatale". Infatti abituato alle classiche montature equatoriali con contrappesi non ho considerato che, in assenza del tubo ottico, il tutto sarebbe stato molto sbilanciato. Dopo aver rovesciato il monobraccio per poter effettuare più comodamente i collegamenti elettrici ho allentato la frizione dell'ascensione retta. La montatura è immediatamente ruotata sull'asse polare e un mio dito è rimasto incastrato fra la leva della frizione e la maniglia, con conseguenze abbastanza dolorose. Colpa mia!!! Dovevo stare più attento e concentrato in quanto era un oggetto completamente nuovo e dovevo togliere la maniglia in quanto serve esclusivamente per il trasporto.
La montatura prevede la possibilità di ampliare la distanza fra l'asse polare e la struttura del monobraccio fino a circa 3,5 cm complessivi con la possibilità di scegliere 6 distanze diverse. Questa modifica permette di alloggiare anche strumenti più grossi e pesanti. Però per spostare il braccio va smontato. Devono essere allentati, per ogni lato, i due bulloni posti sulla guancia bianca del monobraccio e svitati  gli altri due concomitanti con la parte della montatura solidale con il movimento in ascensione retta. Con una chiave a brugola da 5 mm il lavoro è tranquillamente fattibile ma non è semplicissimo. Si tratta di svitare e avvitare dei bulloni ma se si lavora da soli non è così immediato riavvitarli nei fori corretti. Se poi il lavoro viene fatto di notte sul campo la cosa diventa più complicata. Penso che alcune soluzioni migliorative siano facilmente perseguibili. Devo dire comunque che il manuale fornito illustra bene come smontare e rimontare il monobraccio. Probabilmente fornire un cd con un filmato che spiega l'operazione sarebbe maggiormente  utile.
La messa in postazione avviene come per la quasi totalità delle montature da campo, mediante un cannocchiale polare centrato sull'asse di rotazione in ascensione retta. Se nelle classiche montature "alla tedesca" l'utilizzo è abbastanza semplice, in questa montatura diventa leggermente più complesso. Infatti l'asse ottico del cannocchiale polare verrebbe ad essere intercettato non più dall'asse di declinazione della montatura (e infatti nelle montature classiche questo è forato) ma dal tubo. Per mettere in postazione la montatura perciò è necessario farlo con il tubo smontato e poi evitare qualsiasi spostamento della stessa al momento del montaggio dell'ottica. Non è il massimo!!
Una cosa che reputo necessaria per una montatura come la M-Uno (ma il discorso vale anche per la LineAr) è la presenza di un coperchio per il cannocchiale polare. L'oculare dello stesso resta troppo esposto agli urti, soprattutto durante il trasporto col rischio di scollimazione o, peggio, di rottura.
Un fattore positivo è la presenza, come sulla LineAr di una buona livella lineare, immersa nel basamento, che facilita molto la messa in stazione del tutto.
C'è da dire che il produttore ha previsto anche una soluzione al problema dell'impossibilità di usare il cannocchiale polare con la strumentazione montata. E' possibile montare un cannocchiale polare in una staffa posizionabile su un lato della montatura. Questo cannocchiale polare esterno (soluzione non inedita ma comunque poco comune) è facilmente rimuovibile in quanto bloccato da un piccolo pomello. Devo dire che ho provato più volte a toglierlo e rimetterlo nella sede ma il puntamento è rimasto sempre il medesimo. Poiché al primo montaggio difficilmente sarà ben centrato è stato reso facilmente collimabile mediante un sistema push-pull con tre grani e tre pomelli. E' possibile perciò collimarlo in pochissimi minuti.
Pur considerando favorevolmente questo sistema e avendo appurato la sua precisione devo dire che personalmente preferisco il vecchio cannocchiale polare dentro l'asse polare della montatura (mio gusto personale). Il fatto di dover montare l'ottica successivamente non mi crea problemi particolari ma capisco che in certe situazioni sia preferibile (e consigliabile) fare l'allineamento polare con il setup montato e bilanciato.
L'allineamento avviene con spostamenti in altezza e azimuth comandati da due coppie di manopole push pull. Quelle in altezza sono di diametro generoso e in ogni caso la montatura si sposta in modo sufficientemente fluido. Quelle in azimuth sono più piccole ma il pomello è comunque realizzato in modo tale che la presa, anche con i guanti, sia molto buona. Con la montatura mi è stato fornito anche un illuminatore per il cannocchiale polare a innesto (sul modello che montava la Vixen sin dalle gloriose Super Polaris), innestabile in un jack ricavato nel monobraccio.
 

Il sistema di fissaggio della montatura al cavalletto prevede un raccordo fornito di serie da fissare al cavalletto, come già accennato. La montatura si innesta in un incavo e viene fissata con ben tre pomelli posti a 120 gradi.
La montatura prevede inoltre due slitte sul monobraccio, nella sua parte inferiore. Queste due slitte permettono l'installazione di due aste per contrappesi in acciaio inox da 16 mm di diametro. Quella più vicina al basamento è abbastanza corta  (60 mm) mentre quella in testa è di 85 mm. Si possono caricare perciò dei contrappesi per facilitare il bilanciamento, specie con strumentazione un po' ingombrante e pesante, tipo un newton con un telescopio di guida in piggyback.
Fra l'altro è possibile unire le aste dei contrappesi in modo da averne una più lunga che permetta un bilanciamento migliore.
Questa montatura nasce per una grande idea: poter sfruttare senza soluzioni di continuità la montatura per tutta la notte sul medesimo soggetto. Infatti la quasi totalità delle montature ha il problema che quando un oggetto è in prossimità del meridiano (teoricamente il miglior momento per riprenderlo in quanto raggiunge il suo culmine nel percorso celeste) l'ottica tende a colpire il cavalletto o la colonna, obbligandoci a sospendere la sessione, ruotare l'ottica stessa dall'altra parte del meridiano, ripuntare il soggetto, ricalibrare l'autoguida. In media tutto ciò comporta alcune decine di minuti di sospensione delle riprese (non dimentichiamo che spesso l'ottica colpisce la montatura non quando l'oggetto al meridiano ma alcune decine di minuti prima e che di conseguenza dovremo aspettare un tempo corrispondente dopo il passaggio al meridiano per ripuntare il tutto). Con questa montatura tutto ciò non succederà più se non per una fascia ridotta di cielo in prossimità del polo.
Questo significa di poter tranquillamente pensare a osservare o anche a schiacciare un pisolino sapendo che non vi saranno più rischi di urti dell'ottica con la montatura. Ovviamente questo non significa che non vi saranno mai problemi (e tutti noi sappiamo come se un problema non c'è ce lo creiamo) ma almeno da questo punto di vista il problema lo ha risolto la Avalon.
I test sono stati effettuati nelle notti del 20 aprile 2012, 17 e 18 maggio 2012, 15 e 16 giugno 2012 e 19 e 20 luglio 2012. Un tempo abbastanza ampio per capire come usare la montatura. La prima notte ho montato il Newton con un rifrattore da 10 cm f/5 in piggyback per guidare. La altre notti lo strumento principale è stato il rifrattore Takahashi, sempre con il medesimo strumento di guida salvo le notti di luglio in cui ho usato uno strumento di guida differente fornitomi dalla Avalon e che verrà messo sul mercato come accessorio.
Come si vede nelle foto il newton (si tratta di un 20 cm con focale di 800 mm) alloggia preciso nell'incavo del monobraccio. Per poter meglio bilanciare il tutto ho aumentato l'interasse allontanando il braccio dall'asse di rotazione (questa operazione l'ho fatta di giorno e aiutato da mia moglie in quanto era la prima volta. In seguito ho visto che, pur con qualche difficoltà, si può fare anche da soli). La presenza del telescopio di guida in piggyback richiede un bilanciamento con alcuni pesi posti sul monobraccio.
Il test è stato effettuato con il modello preserie per cui mancava la slitta per l'asta dei contrappesi presso l'asse di declinazione presente sul modello di serie. Nel modello preserie era prevista solo una staffa in vicinanza dell'innesto del braccio all'asse di rotazione su cui era innestato un piccolo asse su cui ho montato dei contrappesi. Purtroppo la notevole vicinanza all'attacco al cavalletto non permette di farlo molto lungo e non potevo perciò bilanciare. Ho dovuto fissare in modo artigianale dei contrappesi al carter dell'asse di declinazione per avere un maggior spazio e ovviamente un maggior valore di contrappesi. In quella posizione aumentano i rischi di incremento delle vibrazioni ma quanto meno è più facile usare degli strumenti con telescopio in parallelo, cosa che altrimenti diventerebbe abbastanza problematica. Ovviamente nel modello di serie queste aggiunte di pesi "artigianali" non sono più necessarie.
L'oggetto ripreso in quella sessione è stato la Galassia M61. Galassie così piccole non sono adatte a uno strumento di focale così corta ma, a parte che il mese di aprile non permette molte alternative, lo scopo era di provare la guida.
Il puntamento al polo è stato effettuato mediante il cannocchiale polare che è risultato ben allineato. La struttura della montatura del test però obbligava ad effettuare il puntamento senza il carico montato in quanto il tubo impediva l'uso del cannocchiale polare. Questo comporta due svantaggi evidenti: il primo è che se il terreno non è molto duro e il cavalletto molto stabile al momento del montaggio dell'ottica si potrebbe avere un leggero spostamento dell'allineamento. Il secondo è che si deve ruotare il braccio per l'allineamento dei riferimenti sul cannocchiale polare. Senza tubo il carico è ovviamente molto sbilanciato e perciò si deve prestare attenzione per non farsi male.
Comunque con qualche accortezza il puntamento è stato veloce e preciso.
Ho perso un bel po' di tempo per il bilanciamento in quanto la presenza del telescopio di guida non permetteva con i contrappesi messimi a disposizione di bilanciare. Ma con un po' di pezzetti di piombo in mio possesso, un contrappesino di una eq1, un po' di nastro da carrozzieri alla fine il risultato è stato ottenuto. Con il rifrattore il bilanciamento è stato molto più veloce perché mi ero ovviamente premunito.
Nelle altre due sessioni di maggio e giugno ho usato il rifrattore Takahashi TSA 102-S con in piggyback il medesimo rifrattore di guida. Con questo tubo è impossibile usare la montatura o meglio si può usare ma lo strumento tocca nella struttura quando si fa la procedura iniziale di allineamento al polo. Il produttore fornisce alcuni anelli distanziatori da mettere sull'asse di declinazione. Si svita la slitta su cui si blocca lo strumento (basta svitare due bulloni M8) e al suo posto si montano gli anelli distanziatori. Poi sopra gli anelli distanziatori (quelli forniti hanno già le filettature precise) si avvita nuovamente la slitta.
E' una procedura che a mio avviso è un po' macchinosa per cui ho preferito montare sugli anelli una slitta e una staffa. Poi ho usato questa prolunga maschio femmina con molta più facilità.
La Avalon ha provveduto poi a fornirmi dei distanziatori ad hoc che funzionano come supporto di un telescopio di guida da 60 mm f/4. Ne parlerò in seguito.
Fino a questo momento mi sono spesso soffermato sui difetti della montatura ma ovviamente in un prodotto così innovativo i pregi devono essere scoperti, analizzati, digeriti.
Il progetto della montatura nasce dalla necessità di avere sessioni fotografiche senza soluzione di continuità, evitando la perdita di tempo dovuto al momento del transito dell'oggetto al meridiano e, soprattutto, l'urto del telescopio con la colonna o con il treppiede in quei frangenti. Oltretutto il momento migliore per fotografare un oggetto è proprio quando questo sta transitando al meridiano, cioè quando è alla sua massima altezza sull'orizzonte. Si capisce perciò che questa montatura nasce dall'idea di un astrofotografo per gli astrofotografi. Purtroppo, come ho scritto in precedenza, una volta ottimizzata la montatura per un certo setup (e si parla di setup con tubi corti, anche se di focale lunga, e possibilmente con guida fuori asse), passare a un'altra configurazione non è semplicissimo. Ma già la possibilità di usare degli anelli distanziatori sull'attacco del telescopio, una doppia asta di contrappesi allungabile in caso di necessità e il fatto che il produttore sia sempre pronto a valutare qualsiasi innovazione gli venga suggerita fa sì che il prodotto possa comunque essere interessante anche a chi ha setup abbastanza diversificati.

 

 

Tornando al discorso dell'uso astrofotografico senza problemi di passaggio al meridiano devo dire che sotto questo aspetto la montatura va benissimo. Dopo avere effettuato alcune prove dentro casa e avendo appurato che il sistema funzionava perfettamente ho deciso di fidarmi e la seconda parte della notte ho dormito tranquillamente. La mattina il telescopio puntava verso il terreno ma a parte questa posizione anomala alla vista tutto aveva funzionato alla perfezione.
Non sarebbe una cattiva idea prevedere un sistema di spegnimento della montatura (un interruttore programmabile in serie all'alimentazione, per esempio) in modo da impostare l'ora di spegnimento. Vi sono elettroniche evolute che accettano comandi script e mettono in posizione di "parcheggio" la montatura ma di regola sono utilizzate nelle postazioni fisse. Per un astrofilo itinerante spesso queste procedure sono sconosciute (o addirittura l'elettronica della propria montatura non le prevede). Un gadget di questo tipo potrebbe essere un'opzione valida specie per una montatura del genere che, spesso, verrebbe lasciata a se stessa mentre l'astrofotografo si fa un bel sonnellino.
I test da me effettuati sono stati con ottiche di focale non eccessivamente lunga. Il mio setup è rivolto più alle nebulose estese che alle galassie o agli ammassi globulari. Ma per testare la precisione di guida e, in considerazione che il periodo primaverile non è particolarmente prolifico di nebulose che passano al meridiano, mi sono rivolto per i miei test su una galassia e due globulari, scegliendo questi ultimi due fra quelli che non avevo ancora fotografato. Sono oggetti molto bassi sull'orizzonte per le latitudini del centro Italia: M107 e M80.
Il primo raggiungeva una massima altezza sull'orizzonte di poco meno di 35° mentre il secondo è circa 10° più a sud, trovandosi poco a nord di Antares
Turbolenza, posizione degli strumenti, peso intorno ai 20 Kg complessivi, non erano certo le condizioni ideali per dei test ma personalmente preferisco fare queste prove in condizioni "estreme" per verificare come si lavora in condizioni non ottimali. Fra l'altro il sistema di contrappesi aggiuntivi di fortuna da me realizzato non permetteva un bilanciamento perfetto.
E infatti al momento della calibrazione ho notato un certo backlash in Ar. La posizione della stella dopo la calibrazione era appunto spostata in Ascensione retta di alcuni arcosecondi. La calibrazione è stata provata più volte ma il risultato era sempre lo stesso.

 

La cosa ovviamente non mi ha favorevolmente impressionato ma devo onestamente dire che alla fine delle esposizioni e dopo aver controllato i vari frames ho notato che non si notava alcun mosso. Stelle perfettamente rotonde sia la prima sera sia la seconda.
La guida non era perfetta, avendo una minima tendenza a sovracorreggere (per il problema di calibrazione sopra riportato) ma ciò comunque restava all'interno di +/- 1 arcosecondi e poiché la mia risoluzione di ripresa era di 1,8 arcsec/pixel e dato che il seeing non era perfetto (per quanto molto buono pur essendo gli oggetti bassi sull'orizzonte) i risultati sono stati validi.
Nelle foto sottostanti si vedono i crop centrali dei frames grezzi. Le dimensioni dei singoli pixel sono 5,7 micron con una risoluzione di 1.8 arcsec/pixel. Si tratta di crop a pixel reali
 

Il risultato dei test è stato complessivamente buono.
La montatura ha indubbiamente superato la prova con carichi intorno ai 20 Kg e non perfettamente bilanciati. Anche il passaggio al meridiano è stato brillantemente superato senza alcun problema. Con la montatura equatoriale montata su colonna avrei sicuramente perso almeno un'ora su ogni soggetto fra il tempo di puntamento dopo il meridiano ed evitare che il telescopio urtasse nella colonna.
Non mi è piaciuta, invece, la difficoltà di cambiamento del setup, specie se si deve variare l'interasse..
Devo dire anche che nei test con la seconda montatura fornitami mi sono trovato in una situazione in cui dovevo modificare il setup, smontando i tubi e rimontandoli in modo diverso. Infatti avevo fatto un test mettendo il tele di guida sotto quello di ripresa. Purtroppo per motivi indipendenti dalla montatura questo test non aveva dato buon esito e mi sono trovato nella condizione di ripristinare la precedente configurazione con il tele di ripresa sotto quello di guida e con il distanziatore.
Tutto questo mi ha portato via, compreso il bilanciamento,  la nuova riaccensione della montatura e la sincronizzazione delle stelle, non più di mezz'ora, operando al buio e da solo.
Questo non significa che tutti i telescopi possano essere facilmente montati su questa montatura ma se uno ha due o tre setup compatibili, con un po' di accortezze può tranquillamente passare da uno all'altro nell'arco della notte impiegando un tempo paragonabile ,o poco superiore, a quello che impiegherebbe se usasse una montatura equatoriale alla tedesca classica.
Nel mese di giugno ho potuto riprendere un oggetto molto basso sull'orizzonte, NGC6334 anche conosciuta come nebulosa Zampa di gatto. In quel week end di luna nuova era presente anche il produttore con un'altra Emmeuno con sopra un C9,25 HD.
Ambedue le montature, pur con settaggi diversi dovuti alle differenti ottiche, hanno mostrato una guida abbastanza "nervosa". Con il setup da me montato significava una variazione picco picco massima di circa 5 arcosecondi. Il setup di ripresa aveva una risoluzione inferiore ai 2 arcosecondi per cui, teoricamente, le stelle dovevano apparire allungate. Ciò invece non si è verificato. Probabilmente questo è dovuto alla pronta risposta alle correzioni della montatura.
Il produttore comunque, dietro mia richiesta, ha ricercato il motivo di questa guida così nervosa e lo ha identificato in un ingranaggio che trascina una cinghia. Ha provveduto a modificare la sua realizzazione ma, purtroppo, non ho potuto controllare alla perfezione la bontà dell'intervento in quanto dopo la modifica ho avuto serate ventose.
Il risultato delle due serate di giugno con la seconda montatura è qui.
Il risultato delle due serate di luglio con la seconda montatura è qui.
La montatura ha complessivamente superato l'esame. Purtroppo con rifrattori un po' generosi la camera di ripresa urta nel cavalletto vanificando in parte il vantaggio del monobraccio ma solo se si fotografa oggetti a declinazioni superiori ai 45/50°.
La Avalon inoltre ha realizzato, come dicevo poc'anzi, un telescopio di guida usando un piccolo rifrattore da 60 mm di diametro F/4 montandolo all'interno del distanziatore necessario per i rifrattori di una certa lunghezza.
Lo strumento ha permesso pose ben guidate  con focali intorno agli 800 mm. Inoltre ha il vantaggio che può essere montato in piggyback su un telescopio come un newton, purché questo abbia una slitta Losmandy.
Fra l'altro in questa configurazione ho potuto anche montare la mia cold box autocostruita e usarla senza alcun problema.
 

 

© luglio 2012 - Renzo Del Rosso


Un filmato del movimento accelerato della montatura nel passaggio da un puntamento da un orizzonte all'altro è visionabile QUI (sono 10 MB)
 
 



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